Immergersi sulla Grande Barriera Corallina

grande barriera corallina crocieraDopo due giorni di navigazione, partiti da Port Douglas , QLD arriviamo finalmente sulla Grande Barriera Corallina! L’immensità dell’Oceano Pacifico è davvero impressionante: sperdo lo sguardo a 360° sull’orizzonte senza scorgere la minima traccia di terraferma. Niente. Solo una sconfinata distesa d’acqua.

La prima immersione del giorno, nella zona di Barriera chiamata Ribbon Reef, si svolge a Clams Garden: ovvero il giardino delle conchiglie. Per la precisione Trinacrie. Di dimensioni fuori dalla norma! Le più piccole entrano in palmo di mano, per le più grandi sarebbe necessario un concessionario auto. Grandi come una citycar! Dai colori sgargianti e più bizzarri, come solo Madre Natura è in grado di combinare con un’armonia sconosciuta all’uomo.

grande-barriera-corallina-Clams Garden

Attorno a queste conchiglie gigantesche uno spettacolo di vita brulicante mozzafiato, commovente. Coralli duri e morbidi, gorgonie, anemoni con relativi pesci pagliaccio di qualsiasi dimensione, cromatismo e varietà, forme di vita la cui esistenza non avrei mai potuto sospettare prima. E poi pesci, pesci e ancora pesci! Un paio di curiosi squali pinna bianca ci seguono baldanzosi per un tratto di nuoto, sembrano quasi divertiti dallo spettacolo di questi esseri misteriosi, ingombranti e rumorosi, che fanno le bolle! Del resto questo tratto di Barriera è talmente lontano e fuori dalle rotte commerciali, che raramente gli animali incontrano l’uomo. Si capisce una certa curiosità nei nostri riguardi: curiosità assolutamente reciproca!

cernia corallo

Non si contano gli esemplari di cernie corallo, variopinte e serafiche com’è tipico della loro specie. Incontriamo anche un individuo enorme, di cui, in seguito, scopriremo il nome: Potato Cod! Ossia Cernia Patata, a causa della sua pigmentazione marrone a chiazze, che ricorda, appunto, il gustoso tubero. Con l’unica differenza che la sua dimensione è quella di una 500 Fiat!

L’aria del manometro non sembra scendere troppo, nonostante lo scorrere del tempo: del resto le leggi del Queensland, sotto la cui giurisdizione siamo compresi noi dell’equipaggio della crociera, sono piuttosto severe. Non si prende decompressione e non si supera la quota di 40 metri. Pena un giorno senza immersioni, per i trasgressori.. brrr! Non ci penso nemmeno! Me ne resto buona buona alle quote più blande, godendomi il paesaggio veramente straordinario, e risparmiando preziosa aria per trascorrere il massimo tempo possibile in acqua. Volgendo gli occhi nel blu vedo passare i soliti branchi di carangidi argentei; sotto di me, sul bordo della parete, scorgo un’aquila di mare nel suo maestoso incedere che ricorda, come evoca il nome, il nobile volo di un rapace: non mi faccio trarre in inganno dalla visibilità a perdita d’occhio. Quella distanza che a me sembra un’inezia, so per certo essere di diverse decine di metri. Io mi trovo intorno ai 18, l’aquila sicuramente oltre i 40. Non mi azzardo a scendere di quota per osservarla da vicino, memore delle regole cui siamo tenuti tutti noi.

Dopo 63’ di immersione faccio cenno alla mia buddy che ho freddo: lei concorda, la scorta d’aria si è assottigliata; facciamo i nostri tre minuti di tappa di sicurezza in assetto, e riemergiamo con gli occhi ancora pieni di quelle meraviglie che Poseidone ha voluto regalarci stamani.

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